Verso la democrazia
Settimo Torinese 1922-1945
di Giovanni Boccardo (Vinicio)
Editore: Noire – Torino
Anno edizione: 1 gennaio 1975
Pagine: 116 p., ill.
Introduzione
Ho raccolto questi ricordi nella speranza che quello che è stato fatto nella nostra città per combattere il nazifascismo, possa costituire una
traccia per i giovani che vogliono approfondire la loro conoscenza sui modi di pensare e agire, sullo spirito, sulle volontà, sulle difficoltà, sui
pericoli, sulle passioni, che hanno qualificato il periodo fascista, soprattutto quello repubblichino.
Per coloro che hanno vissuto quei momenti, mi auguro che tutto questo possa far rinascere nella loro mente il ricordo di particolari episodi,
di cui sono stati protagonisti e di altri ancora dimenticati dal presente opuscolo, ma che, se resi noti, sarà mia cura inserire in una pubblicazione aggiornata per rendere la cronaca più completa.
Pur avendo presente gli eroici episodi dei quali nostri concittadini sono stati protagonisti, dalla medaglia d’oro « Nicoli Guerrino » a 23 partigiani caduti e a molti altri, ho limitato la mia visione alle vicissitudini
della nostra città.
Poichè penso che questi fatti , a testimonianza di sublimi sacrifici compiuti da settimesi, debbano essere ricordati e raccolti in una serie di racconti, dichiaro la mia disponibilità a collaborare ad una tale realizzazione.
Ancora, il presente ricordo si ferma al Maggio ’45 senza contenere un giudizio politico sugli avvenimenti che seguirono e generarono qualche soddisfazione, ma molte delusioni e amarezze dopo le speranze
e aspirazioni di quei giorni.
Tenendo conto del fatto che appare difficile limitare tale giudizio all’ambito ristretto della nostra cittadina, ritengo che esso sarebbe stato comunque generico, se non corredato da una visione storica degli avvenimenti che hanno travagliato la vita democratica della nostra città nell’ultimo trentennio. Questa ingente mole di lavoro potrebbe rientrare in proponimenti futuri.
Naturalmente la Resistenza offre pagine luminose di avvenimenti eroici, di sacrifici supremi espressi con fierezza e coraggio, ma essa è anche formata da migliaia e migliaia di cose modeste, piccoli fatti, esempi di umanità, altruismo, perdono, che, considerati nel loro insieme, ne determinano la reale essenza e vitalità.
La famiglia che rinuncia alla bistecca per darla ai partigiani, le donne che apprendono l’arte della medicazione, la partecipazione altamente responsabile e profondamente umana del parroco, la gracile suora che affronta la prepotenza tedesca, l’operaio e il tecnico che nascondono le materie prime per salvarle dalla razzia tedesca, il dirigente industriale che porta la pagnotta al ricercato, il vecchio pensionato che corre come un giovincello, la signora che affronta insulti, maltrattamenti e minacce di morte per salvare il partigiano, la moglie del fascista che salva il patriota, la popolazione tutta che, pur trovandosi in ristrettezze, aiuta senza riserve i militari in fuga, che sopporta e qualche volta subisce le conseguenze di una lotta crudele e rabbiosa; questi sono fatti che delineano la vera immagine di coloro che assieme ai partigiani sono stati i protagonisti della Resistenza.
Non bisogna dimenticare che questa lotta era anche sorretta da coloro che resistevano nei lager tedeschi, da coloro che combattevano nell’esercito italiano di liberazione, da coloro che soffrivano nei campi di prigionia, e dalla certezza nella vittoria degli eserciti alleati e sovietici.
Penso sia in errore chi ritiene che la Resistenza sia solo antifascismo: la Resistenza è negazione di ogni forma di fascismo e proprio per questo è affermazione di libertà e democrazia.
Essa non è solo « anti », ma anche « pro »: aspira ad una società civile e giusta, vuole la distruzione della prepotenza e del sopruso per costruire le proprie azioni su basi democratiche, non ricerca odio, ma desidera, se non amore, almeno amicizia fra tutti coloro che credono nella libertà; essa è contro la violenza e il terrore, a favore della pace e della serenità.
Credo che, se ritornasse quello spirito di altruismo, di iniziativa, di comprensione, di amicizia, di disponibilità verso il prossimo, che invase gli animi di allora, tutti i problemi che oggi incontra la nostra città verrebbero gradualmente risolti.
Vinicio
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